Flash news: il marrone e la castagna non sono esattamente la stessa cosa. Quando citiamo uno dei due frutti, quindi, dobbiamo fare attenzione ad utilizzare il termine corretto, perché – a discapito di quanto si possa comunemente pensare – i sostantivi non sono interscambiabili. Ma niente paura: grazie all’aiuto di Luca Cerato, agronomo della Cooperativa Agribisalta, vi aiuteremo quindi a scoprire le differenze sostanziali di questi golosissimi frutti dell’autunno.
MARRONI E CASTAGNE: CUGINI UNITI
Innanzitutto, se delineassimo il loro albero genealogico, potremmo dire che marrone e castagna sono legati da una forma di parentela abbastanza stretta. Insomma, due cugini piuttosto uniti: il sangue è lo stesso, i caratteri no. I due derivano dalla stessa pianta: il castagno, un albero appartenente alla famiglia delle Fagaceae, la stessa di querce e faggi. Ma con una differenza: quelli da cui nascono i marroni derivano da sperimentazioni per mano umana.
ESTETICA DEI FRUTTI: LE DIFFERENZE
Per iniziare il viaggio alla scoperta delle differenze tra marroni e castagne, immaginate di essere immersi in un bosco e trovarvi di fronte a questi frutti. Quali sono le caratteristiche da notare a colpo d’occhio? “Innanzitutto, in un riccio di castagne è possibile trovare fino a sette frutti, mentre in uno di marroni il numero massimo è tre. Proprio da qui è possibile estrapolare la spiegazione di una particolarità che li contraddistingue: la forma – racconta Luca Cerato – Le castagne, dovendosi stringere in tante in un unico riccio, sono più piccole, schiacciate e appuntite; i marroni, al contrario, sono un po’ più grossi e hanno forma ovale-allargata o ovale-ellittica, quasi come un cuore”.
Le differenze estetiche non sono finite qui: la buccia del marrone è di colore mogano ma tendente al rosso e con striature chiare ed è piuttosto sottile, liscia e omogenea. “Un’altra particolarità è la seconda buccia: la pellicola che lo ricopre non penetra nella polpa del seme ed è quindi facilmente estirpabile e lavorabile. Anche per questo motivo, i marroni sono più utilizzati in pasticceria, in quanto più semplici da trattare”. Diversa, invece, la buccia della castagna, più scura e con una pellicina più complicata da eliminare. Testimonianza sono le innumerevoli volte in cui sbucciarne una si è rivelato un lavoro di tempo e precisione non indifferenti, quasi come un’operazione chirurgica.
GUSTO E ABBINAMENTI: A OGNUNO IL SUO
Ma non è solo la vista il senso coinvolto nel gioco “Trova le differenze”: anche il palato vuole la sua parte. Il marrone – frutto delicato e più raro e pregiato – è molto più dolce e morbido e ha un gusto decisamente più persistente. Si presta benissimo per le lavorazioni di raffinata pasticceria, in particolare per il processo di canditura e glassatura che porta alla formazione del celebre “marron glacé”, piccola e dolce opera zuccherina la cui origine viene contesa tra piemontesi e francesi. Le castagne, invece, sono generalmente meno saporite, ma da arrostite sprigionano il loro gusto tipico. Infine, sono un perfetto abbinamento per altri sapori autunnali, come selvaggina, funghi e mele. O ancora, le possiamo trovare sotto forma di farina, di pasta, nelle zuppe o come accompagnamento di secondi a base di carne o vegetariani.
Marrone e castagna, quindi, hanno caratteristiche e sapori ben diversi tra loro, ma con un unico comun denominatore: la sensazione di estrema bontà fin dal primo morso.