Il gelato (Grom) nel mondo: trend, gusti e abitudini
Il gelato è universale: piacevolmente freddo, cremoso, dolce… trovare qualcuno a cui non piaccia è un’impresa ai limiti dell’impossibile. Gusti e abitudini, però, possono cambiare più o meno radicalmente: infatti, anche per questo dolce che suscita meraviglia vale la regola del “Paese che vai, usanza che trovi”. In Repubblica Ceca e in Cina accompagnarlo con una bevanda calda (cappuccino, caffè e acqua) è la norma, l’amato gusto crema italiano nel resto del mondo viene sostituito dalla vaniglia, o, ancora, gelato e ice cream in realtà non sono la traduzione l’uno dell’altro. Per scoprire di più sul gelato e sulla sua percezione world wide abbiamo chiesto un aiuto alla nostra Patrizia Civitate, Head of International Retail, una “Cittadina del Mondo” che ha girato in lungo e in largo tra usanze particolari, divertenti curiosità e soprattutto coni e coppette deliziose… come il marron glacé che ha fatto breccia nel cuore degli indonesiani.
Come viene percepito il gelato nel mondo e quali sono le differenze principali?
Iniziamo nel fare una divisione in due emisferi: Europa e Asia. Nella parte più mediterranea dell’Europa, come Francia e Portogallo, l’approccio è molto simile quello italiano; la differenza più grande è la Repubblica Ceca, che ha un’attitudine più simile al Middle East o Far East: il gelato viene spesso abbinato al cappuccino o al caffè, è parte della loro cultura e delle loro abitudini. Un gesto simile si ritrova in Cina, dove viene accompagnato con acqua tiepida o calda. In effetti, i cinesi non sono amanti dei cibi freddi, il gelato si è radicato solo negli ultimi anni ed è per loro sinonimo di lusso, ma anche un’immagine di italianità e un ricordo dei loro viaggi nel Belpaese.
Quando, dove e come si mangia il gelato?
In Europa primavera ed estate sono ovviamente i periodi più gettonati, anche per una questione climatica. In Asia e Indonesia, invece, non c’è una vera stagione: fa caldo tutto l’anno. Comunemente, invece, il momento preferito per regalarsi un gelato è il pomeriggio o la sera, specialmente nel weekend.
Una particolarità consiste nel modo in cui si mangia il gelato: in Italia siamo legati ad un concetto di convivialità, sia quando lo consumiamo passeggiando per la città con gli amici, sia quando decidiamo di portarne una vaschetta come dessert quando siamo ospiti ad una cena. Gesti che all’estero non sono affatto scontati: viene vissuto come “me moment”, dove l’immagine comune è quella del barattolo di gelato da godersi in tutta tranquillità sul divano di casa. Ad Est, infatti, il consumo non è da passeggio: le gelaterie si trovano nei centri commerciali, quindi sussiste un legame con il lusso e, inoltre, per questioni culturali non si mangia per le high street, dove si trovano solo i fast food tipici locali.
Sono molte altre le curiosità. Ad esempio, in Italia, a casa si gusta in una tazza, o i più golosi si avventano direttamente sulla vaschetta… del resto, come non capirli. Invece, nel Regno Unito la vaschetta di gelato viene comprata come abbinamento per le torte; lo stesso avviene a quasi 12.000 KM di distanza, in Indonesia. Al ristorante, invece, l’usanza di abbinarlo alle torte è molto comune in molti paesi, come la Francia, dove la classica tarte tatin viene servita con una boule di gelato.
Parliamo di gusti: ne esiste uno che mette tutti d’accordo nel mondo? In generale, quali sono le abitudini più consolidate e quali le differenze?
Dalla mia esperienza in Grom, il nostro pistacchio vince lo scettro del gusto più apprezzato. Se diamo uno sguardo all’Europa, nel Regno Unito – molto influenzato dalle abitudini americane – il gelato viene visto come comfort food, qualcosa che deve dare soddisfazione, più simile al concetto di ice cream; ecco perché adorano coprirlo di topping, che in Italia invece usiamo meno. In Portogallo, dopo il pistacchio, sono innamorati del caramello, probabilmente perché ricorda il loro dulce de leche. Invece, una differenza tra italiani e francesi è che questi ultimi prediligono i sorbetti, come quello al cioccolato extra noir di Grom: è un popolo che adora i gusti decisi e gourmand, oltre ad essere un Paese con una tradizione di sorbetteria davvero forte. Se ci spostiamo in Asia, possiamo notare come i gusti troppo dolci non siano particolarmente apprezzati: i topping vengono infatti evitati, ma c’è sempre molta curiosità per l’assaggio dei prodotti, specialmente quelli considerati esotici.
Ci fai un esempio?
Il gusto albicocca, perché per loro è un frutto particolare. Un gusto peculiare che invece avevamo provato a proporre in Indonesia è il tè verde: era stato apprezzato, seppur in generale preferiscano la tradizione italiana. L’amore che provano per il marron glacé lo testimonia, nonostante sia piuttosto dolce per il loro palato: hanno una tale passione per la castagna – considerato un frutto “prezioso” – che assaggiarlo è per loro un momento unico, speciale e pieno di meraviglia: glielo si legge negli occhi e nell’espressione del viso.
C’è qualcosa che differenzia l’Italia dal resto del mondo?
Sì, una particolarità riguarda il gusto crema, come la crema di Grom, che all’estero non esiste ed è sostituito dalla vaniglia, il gusto più semplice e cercato anche per i bambini.
Prima accennavi all’ice cream, un concetto molto diverso dal gelato italiano. Come viene vissuta questa differenza all’estero?
Inizialmente c’era molta confusione, abbiamo quindi iniziato a far conoscere il gelato come lo intendiamo noi e, alla fine, anche la clientela è diventata molto più consapevole. Sanno che da Grom si trova un gelato pulito, con un’etichetta pulita e di qualità.
Cono e coppetta: chi la spunta?
In Italia è una gara all’ultimo secondo… o, per meglio dire, all’ultimo assaggio: finisce sempre a parimerito, proprio come in Portogallo. All’estero, invece, in generale si consumano più coppette; in alcuni casi, come nel Far East e nel Middle East, è una scelta legata anche a tematiche culturali. In effetti, mangiare un cono davanti agli altri non è poi così immediato in determinate culture. La Cina fa eccezione: preferiscono il cono, anche perché lo considerano esteticamente più gradevole, un ottimo mezzo per scatti ancora più belli, in cui il tocco in più è rappresentato dalla nostra copertura al cono.